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Terra di acqua e risorgive, confine estremo della civiltà mediterranea, intrisa di mitologia greca, per migliaia di anni l’essere umano ha lavorato e bonificato la pianura lodigiana, creato un sistema di canali unici al mondo, reso le terre fertili e costruito un modello che fino a qualche decennio fa rimaneva ancora intatto nel suo aspro incanto. La lacerazione prodotta dallo sviluppo industriale e dalla trasformazione dell’agricoltura degli ultimi trent’anni ha impresso un segno doloroso sul territorio, le cui tracce più visibili possono essere facilmente riconosciute nelle decine di cascine abbandonate, diroccate, lasciate ormai al proprio decadente destino e nel divieto di balneazione lungo i fiumi, oggi spesso troppo inquinati. Ciò nonostante il lodigiano è ancora un territorio unico nel suo genere, caratterizzato da due elementi peculiari e dominanti, l’acqua e l’agricoltura.
La scelta di proporre un’indagine fotografica è significativa, oltre che per le caratteristiche antropologiche di quest’area, anche per la crisi idrica che nel 2022 ha investito il nord-Italia, con conseguenze drammatiche sul tessuto economico-sociale. Generazione dopo generazione, l’acqua ha rappresentato una risorsa che ha consentito il sostentamento e lo sviluppo di un’area tra le più produttive e fertili d’Europa.
Elegia lodigiana è un lavoro che nasce da una ricerca minuziosa nella – e della – realtà lodigiana, di chi si è concesso il tempo necessario per entrare, in punta di piedi, nelle vite e nelle storie di coloro che popolano questo spazio e che, generazione dopo generazione, hanno rafforzato il proprio legame con questa terra, e che ci regala un affresco permeato da una luce nitida, precisa ma sospesa, in un continuo rimando tra passato, presente e futuro.
La pubblicazione è composta da un volume e da un fascicolo fotografici che contengono oltre 70 immagini.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Festival della Fotografia Etica e la Provincia di Lodi, è stato finanziato attraverso il bando Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.