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Nothing Personal – The Back Office of War

Nothing Personal – The Back Office of War

Autore/Author: Nikita Teryoshin
Editore/Editor: Gost
Dimensioni/Dimensions: 21,0× 28,5 cm
Pagine/Pages: 182
Lingua/Language: English
Anno/Year: 2023

55,00 

Italiano

Ogni giorno al telegiornale ci vengono mostrate immagini di guerra e distruzione. Ciò coincide con la spesa globale per gli armamenti che aumenta anno dopo anno. Tuttavia, raramente ci viene concesso di dare uno sguardo dietro le quinte del business globale delle armi.

Il fotografo Nikita Teryoshin ha visitato 16 fiere delle armi tra il 2016 e il 2023 per indagare su cosa accade prima che le guerre abbiano inizio. Il suo obiettivo era quello di scattare fotografie alle cosiddette esposizioni esclusive della difesa, che sono chiuse al pubblico, in ogni continente per evidenziare la natura globale del settore.

‘Nothing Personal’ mostra il back office della guerra, che è l’esatto opposto di un campo di battaglia: un enorme parco giochi per adulti con vino, stuzzichini e armi lucenti. I cadaveri qui sono manichini o pixel sugli schermi di un numero enorme di simulatori. Bazooka e mitragliatrici vengono collegati agli schermi piatti e l’azione di guerra viene messa in scena in un ambiente artificiale davanti a ospiti di alto rango, ministri, capi di stato, generali e commercianti.’

Teryoshin oscura deliberatamente i volti degli uomini e delle donne d’affari presenti poiché non è sua intenzione attribuire la colpa ai singoli individui. I trafficanti d’armi non anonimi possono essere visti come una metafora di un business che opera nell’ombra e sotto il radar dei media. Le sue fotografie sono giocose e spesso si concentrano su angoli grafici audaci e umorismo visivo, come bevande posate accanto a mitragliatrici e borse geopolitiche. La natura casuale delle sue osservazioni combinata con la brillante tavolozza di colori innocenti che attraversa le immagini è un sinistro contrasto con la merce in vendita. L’uso del flash da parte di Teryoshin lo aiuta a evidenziare alcuni elementi e ricorda la fotografia della scena del crimine.

Teryoshin iniziò a fotografare tutti i tipi di fiere – agricoltura, animali domestici, funerali – perché la sua scuola di fotografia a Dortmund, in Germania, era accanto a un gigantesco padiglione espositivo. Nel 2016 è finito a una fiera di caccia – Hunt and dog – ed è rimasto sorpreso da come le armi, in questo caso i fucili da caccia, attirassero visitatori vecchi e giovani. Dopo aver pubblicato la sua serie Sons and guns, si è incuriosito di scoprire cosa succede alle fiere di armi professionali. Ha ottenuto per la prima volta l’accesso dei media alla più grande fiera di armi dell’Europa orientale, MSPO, a Kielce, in Polonia, nel settembre 2016 grazie al suo lavoro per VICE Germania e il progetto è iniziato. Nel corso degli anni ha visitato mostre in Polonia, Bielorussia, Corea del Sud, Francia, Germania, Sud Africa, Cina, Emirati Arabi Uniti, Perù, Russia, Vietnam, Stati Uniti e India.

“Oggi le aziende usano slogan come “70 anni a difesa della pace” o “Progettare un domani migliore”. È difficile immaginare che alcune persone nell’industria degli armamenti credano a queste cose. C’è ancora una citazione notevole dell’inventore della mitragliatrice Richard Gatling che dice: “Mi venne in mente che se potessi inventare una macchina – una pistola – che potesse, grazie alla sua rapidità di fuoco, consentire a un uomo di fare altrettanto servizio di battaglia come 100, che, in larga misura, sostituirebbe la necessità di grandi eserciti e di conseguenza, l’esposizione alla battaglia e alle malattie sarebbe notevolmente ridotta.” Ironicamente, invece di diminuire il numero di soldati sul campo di battaglia, la sua invenzione portò a spargimento di sangue inimmaginabilmente maggiore.”

Autore

English

Every day on the news we are shown images of war and destruction. This coincides with global expenditure on arms increasing year after year. However, we are rarely afforded a glimpse behind the curtains of the global arms business. Photographer Nikita Teryoshin travelled to 16 arms fairs between 2016 and 2023 to investigate what happens before wars take place. His aim was to take photographs at exclusive so-called defence expositions— which are closed to the public—on every continent to highlight the global nature of the industry.

Nothing Personal’ shows the back office of war, which is the complete opposite of a battlefield: an oversized playground for adults with wine, finger foods and shiny weapons. Dead bodies here are mannequins or pixels on screens of a huge number of simulators. Bazookas and machine guns are plugged into flatscreens and war action is staged in an artificial environment in front of high-ranking guests, ministers, heads of states, generals and traders.’

Teryoshin deliberately obscures the faces of the business men and women present as it is not his intention to fix blame on individuals. Thea nonymised arms dealers can be seen as a metaphor for a business operating in the shadows and under the radar of the media. His photographs are playful and often focus on bold graphic angles and visual humour such as drinks put down alongside machine guns and geopolitics tote bags. The casual nature of his observations combined with the bright innocent colour palette which runs throughout the imagery is a sinister contrast to the goods on sale. Teryoshin’s use of flash helps him to highlight certain elements and is reminiscent crime scene photography.

Teryoshin first began photographing all types of fairs—agriculture, pets, funerals—because his photography school in Dortmund, Germany was next door to a giant expo hall. In 2016 he ended up at a hunting fair—Hunt and dog—and was surprised how guns, in this instance hunting rifles, attracted old and young visitors. After publishing his series Sons and guns, he became curious to find out what happens at professional arms fairs. He first gained media access to Eastern Europe’s biggest arms fair MSPO in Kielce, Poland in September 2016 due to his work for VICE Germany and the project began. Over a period of years he visited expositions in Poland, Belarus, South Korea, France, Germany, South Africa, China, UAE, Peru, Russia, Vietnam, USA and India.

‘Nowadays companies use slogans like, ‘70 years defending peace’ or, ‘Engineering a better tomorrow.’ It is hard to imagine, that some people in the weapons industry believe these things. Still there is a remarkable quote from the inventor of the machine gun Richard Gatling that says: ‘It occurred to me that if I could invent a machine – a gun – which could, by its rapidity of fire, enable one man to do as much battle duty as 100, that it would, to a large extent, supersede the necessity of large armies and consequently, exposure to battle and disease be greatly diminished.’ Ironically, rather than decreasing the number of soldiers on the battlefield, his invention led to unimaginably greater bloodshed.’

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