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Permission

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Autore/Author: Emma Hardy
Editore/Editor: Gost
Dimensioni/Dimensions:  24,5 x 30,6 cm
Pagine/Pages: 160
Lingua/Language: English
Anno/Year: 2022

85,00 

Esaurito

Italiano

Permissions, la prima monografia della fotografa Emma Hardy, è un tenero documento sulla maternità e l’infanzia, sull’amore, sul desiderio e sull’uscita di casa. Le immagini nel libro sono raccolte e distillate dall’archivio personale di Hardy e abbracciano un periodo di 20 anni. Una mostra del progetto ha coinciso con la pubblicazione del libro dal 1° dicembre al 27 gennaio presso la 10 14 Gallery di Londra.

Le fotografie del libro mostrano momenti di riconoscibile domesticità intervallati da scene più idilliache. Le immagini evidenziano i tentativi di Hardy di bilanciare la sua vita professionale creativa con la maternità, guardando i suoi figli crescere e cambiare insieme a una relazione che matura con sua madre. Il libro è diviso in capitoli, ciascuno annunciato da una natura morta di grandi dimensioni di fiori coltivati in casa, realizzata come addio durante l’ultima primavera trascorsa nella casa di famiglia. Man mano che il libro procede, i figli di Hardy diventano sempre più indipendenti e iniziano ad avventurarsi lontano e fuori dall’inquadratura. Il progetto giunse ad una conclusione naturale quando la famiglia si allontanò da casa.

‘Il mondo porta i colori al bambino e il bambino li organizza, li ritaglia in forme, impara i nomi delle forme, li parla per la prima volta. Animali, frutti, foglie, acqua… Naturalmente la maggior parte di questi colori e forme sono portati non dal mondo, astratto e indistinto, ma dalla madre… Comprendere la presenza della madre nella mente del bambino è non diversamente dal guardare un album di famiglia: una persona, il fotografo, solitamente assente, e tuttavia parte integrante non solo della produzione della fotografia, ma anche della scena – della vita stessa.’ – Alice Zoo, dal saggio del libro.

Autore

English

Permissions, the first monograph by photographer Emma Hardy, is a tender document of motherhood and childhood, love and yearning, and leaving home. The images in the book are gathered and distilled from Hardy’s personal archive and span a period of 20-years. An exhibition of the project coincided with the books publication from 1 December – 27 January at 10 14 Gallery, London.

The photographs in the book show moments of recognisable domesticity interspersed with more idyllic scenes. The images evidence Hardy’s attempts to balance her creative professional life with motherhood— watching her children grow and change alongside a maturing relationship with her own mother. The book is divided into chapters, each announced by a large-format still life of home-grown flowers, made as a farewell during the last spring spent in the family’s house. As the book progresses, Hardy’s children grow increasingly independent and begin to venture away and out of frame. The project drew to a natural conclusion as the family moved away from their home.

‘The world brings colours to the child and the child organises them, cuts them into shapes, learns the names of the shapes, speaks them for the first time. Animals, fruits, leaves, water… Of course, most of these colours and shapes are brought not by the world, abstract and indistinct, but by the mother… Understanding the presence of the mother in the mind of the child is not unlike looking at a family album: one person, the photographer, usually absent, and yet integral not only to the production of the photograph, but also to the scene – to the life – itself.’ – Alice Zoo, from the book’s essay.

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