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La foresta amazzonica, spesso definita “polmone del nostro pianeta”, è stata a lungo idealizzata come una fitta distesa verde e un santuario incontaminato abitato da tribù isolate. Terra Vermelha, il culmine del lavoro di 10 anni del fotografo Tommaso Protti, presenta un ritratto alternativo della regione. Raffigurando campi in fiamme, il fiume oscuro come canale per il traffico di cocaina e aree urbane afflitte dalla violenza: le immagini nel libro descrivono una distopia, dissipando tali nozioni romantiche. “Mentre ero seduto nella mia camera d’albergo a Marabá, una città nello stato amazzonico del Parà, Jornal Nacional – il programma di notizie di punta del Brasile – ha trasmesso le immagini del neoeletto presidente del paese, Jair Bolsonaro: “Gli indigeni nelle loro riserve sono come animali in uno zoo”, ha detto. Era novembre 2018. […] Sembrava una minaccia, un presagio di tempi brutti. Sentivo che il lento collasso sociale e ambientale che avevo visto negli anni precedenti in Amazzonia stava per peggiorare”.
“Terra Vermelha”, che significa “terra rossa”, si apre con visioni di un paradiso perduto. Le fotografie di Protti mostrano aree rurali trasformate dalla deforestazione, dove i conflitti per la terra sono all’ordine del giorno tra allevatori di bestiame, contadini senza terra e attivisti ambientali. Le immagini del libro viaggiano nelle aree urbane e nelle baraccopoli dove Protti ha avuto accesso a seguito di operazioni di polizia per documentare la crescente violenza, legata soprattutto al traffico di droga. Ulteriori fotografie mostrano la presa della religione evangelica sulla regione, l’impatto della pandemia di COVID e la costruzione di nuove città e di città recentemente ampliate come Altamira, famosa sia per la sua diga idroelettrica sia per essere stata la capitale degli omicidi del Brasile nel 2017. Il libro evita un formato narrativo tradizionale per presentare una visione da incubo degli impatti delle crisi sociali e ambientali che si intersecano. Le immagini in bianco e nero senza didascalie di Protti spesso hanno un senso di movimento e implicano che gli eventi si svolgano sia prima che dopo l’inquadratura. Molte immagini sono state scattate fugacemente di notte, conducendo lo spettatore alla cieca in giro per la regione.