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The Makeshift City

The Makeshift City

Autore/Author: Joshua Dudley Greer
Editore/Editor: Gost
Pagine/Pages: 144
Dimensioni/Dimensions:  29 × 26 cm
Lingua/Language: English

70,00 

Italiano

Le fotografie nel libro sono state scattate tra il 2020 e il 2024, un periodo che ha compreso gli eventi sismici della pandemia di COVID-19, l’ascesa alla ribalta di Black Lives Matter, le lotte per i diritti all’aborto, l’aumento della disuguaglianza di reddito e il movimento Stop Cop City. Questo contesto ha fornito la motivazione per Greer a testimoniare alcune forze economiche e politiche mentre si manifestavano nel paesaggio, nell’architettura e nella comunità in una delle città più grandi e progressiste del Sud America. Sebbene la struttura della città sia cambiata radicalmente durante questo periodo, i sistemi che la governavano sono rimasti spesso immutabili, vincolati dagli interessi del capitale e dai due partiti politici che oscillavano per il potere.

Le immagini in The Makeshift City documentano gli angoli delle strade del centro di Atlanta, i sobborghi, le periferie, i set cinematografici, i cimiteri, i fiumi e i cantieri edili. Mostrano paesaggi spezzati dallo sviluppo e scolpiti dalle autostrade, abitanti che improvvisano palestre all’aperto, moschee e uffici, nuove costruzioni sterili, lotti vuoti e ville fatiscenti. Greer intreccia tutti questi elementi in una narrazione singolare che suggerisce le tensioni del passato e le realtà del presente.

“Ho osservato le persone condurre la loro vita quotidiana nonostante tutto ciò che avrebbe potuto agire contro di loro. Ci sono stati momenti di resilienza, attivismo, altruismo e gioia. Ma ci sono stati anche momenti di banalità, privilegio e ignoranza, persino di disprezzo. Ho cercato di scattare fotografie che riconoscessero la totalità dell’esperienza che può affliggere un luogo particolare in un momento particolare. Naturalmente, so di non essere in grado di farlo. Ci sono così tante cose di Atlanta che non capisco e forse, probabilmente, non capirò mai”.

La regione in cui sorge Atlanta oggi era originariamente territorio Creek e Cherokee. La posizione fu scelta per essere un capolinea ferroviario e la città fu fondata nel 1837 come centro di trasporto. Atlanta fu distrutta sia durante la guerra civile dalle truppe del generale William T. Sherman, sia di nuovo in un grande incendio del 1917: la mitica fenice che risorge dalle ceneri fu adottata come simbolo ufficiale della città. Nel corso della sua storia, la configurazione e la crescita di Atlanta furono plasmate e influenzate dalla schiavitù, dalla discriminazione razziale e dalla segregazione. E tuttavia, Atlanta divenne anche nota come “La Mecca nera” per le sue fiorenti attività commerciali nere, la leadership politica, l’istruzione superiore e l’intrattenimento. L’attuale crescita demografica di Atlanta, lo sviluppo immobiliare e la gentrificazione razzializzata hanno preparato il terreno per un nuovo capitolo, che si colloca in un’era politica instabile che punta verso un futuro incerto.

Autore

English

The photographs in the book were made between 2020-2024—a period which encompassed the seismic events of the COVID-19 pandemic, the rise to prominence of Black Lives Matter, struggles for abortion rights, increased income inequality and the Stop Cop City movement. This backdrop provided the motivation for Greer to witness certain economic and political forces as they manifested themselves in the landscape, architecture and community in one of the largest and most progressive cities in the American South. Although the structure of the city changed dramatically during this period, the systems which governed it often remained immutable, constrained by capital interests and the two political parties see-sawing for power.

The images in The Makeshift City document Atlanta’s downtown street corners, suburbs, exurbs, film sets, cemeteries, rivers, and construction sites. They show landscapes ruptured by development and carved by highways, inhabitants improvising outdoor gyms, mosques and offices, sterile new-builds, empty lots and crumbling mansions. Greer weaves together all of these elements into a singular narrative that suggests the tensions of the past and the realities of the present.

‘I watched people go about their daily lives in spite of everything that might act against them. There were times of resilience, activism, selflessness, and joy. But there were also moments of banality, privilege and ignorance, even disdain. I’ve tried to make photographs that acknowledge the totality of experience that may beset one particular place during one particular time. Of course, I know I am unable to do this. There is so much about Atlanta that I don’t understand, and perhaps, probably, never will.’

The region where Atlanta stands today was originally Creek and Cherokee territory. The location was chosen to be a railroad terminus and the city was founded in 1837 as a transport centre. Atlanta was destroyed both in the Civil War by General William T. Sherman’s troops and again in a great fire of 1917—the mythical Phoenix rising from ashes adopted as the city’s official symbol. Throughout its history, Atlanta’s layout and growth was shaped and influenced by slavery, racial discrimination and segregation. And yet, Atlanta also became known as ‘The Black Mecca’ for its thriving Black businesses, political leadership, higher education and entertainment. Atlanta’s current population growth, real estate development and racialised gentrification set the stage for a new chapter, one that sits within an uneasy political era pointing toward an uncertain future.

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