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Cos’è stata Genova? Che insegnamenti ci ha lasciato? Come è possibile ritessere le fila delle rivendicazioni che stavano alla base delle proteste che hanno animato il variegato movimento comunemente definito “no global”?
A partire dal linguaggio fotografico, che ha la forza di portarci dentro i fatti senza mediazioni, G8|venti. Un sogno in sospeso ripercorre, a vent’anni di distanza, i drammatici giorni del luglio 2001: la città asserragliata, il fiume di manifestanti festanti e impauriti, gli scontri con le forze dell’ordine, il dramma dei feriti e di chi ha perso la vita, nella cornice di una distanza tra la politica e i cittadini, efficacemente riassunta dallo slogan “Voi G8, noi 6 miliardi”.
«Quei giorni d’estate di inizio millennio – punto culminante di un biennio di lotte convergenti – sono stati in grado di ridurre al silenzio una generazione», scrive Carlo Greppi in uno dei tre saggi contenuti in questo volume che intreccia la fotografia documentaria ad alcune riflessioni, con l’obiettivo di attualizzare il dibattito sospeso da quelle vicende e da quelle seguite a livello internazionale.
Per i giovani, e anche per chi c’era, militanti e non, le richieste sono ancora tutte lì. Come un fiume carsico hanno continuato a scorrere, si sono divise e ricongiunte, hanno assunto toni, forme e accenti diversi, ma non hanno ancora trovato un vero sfogo, un’accoglienza politica effettiva. Anche se è amaro notare come, con un ritardo di vent’anni, molte di quelle stesse istanze – dall’emergenza climatica allo strapotere delle multinazionali, fino al tema del lavoro – siano oggi entrate nell’agenda politica internazionale.