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Paul Graham, a più di trent’anni dalla prima pubblicazione nel 1985, ripropone il suo “Beyond Caring”. Alla stregua degli scatti rubati di Walker Evans degli ignari passeggeri della metropolitana di New York, l’artista inglese conduce la sua ricerca all’interno degli spazi delle sale d’attesa e nei corridoi degli uffici di collocamento dislocati in tutto il Regno Unito con l’intento di documentare le lunghe attese, le code infinite e lo stato di salute di un sistema sovraccarico. Paul Graham crea una potente serie fotografica in grado di trasmettere le difficoltà vissute dalle persone che si trovano protagoniste e forse vittime di un sistema tra aspettative e necessità di sopravvivenza.
Graham si vide negato il permesso ufficiale di condurre il suo lavoro, per questo le immagini appaiono estremamente discrete, realizzate senza nemmeno avere la possibilità di guardare attraverso il mirino della macchina fotografica. Le fotografie risultano quindi sbilenche, storte ad enfatizzare il disagio dei cittadini/soggetti vulnerabili.
Il lavoro, al suo rilascio, non venne accolto come l’artista avrebbe voluto: i principali fotografi Magnum, ad esempio, rimasero indignati per l’impiego del colore in un classico argomento documentario. Allo stesso tempo, ci sono state persone che hanno celebrato il modo in cui l’artista è riuscito a muoversi tra attivismo e arte andando verso una fotografia impegnata che mescola elementi di fotografia sociale, colore e reportage per creare un corpo di lavoro sorprendente che stupisce ancora oggi.