Italiano
Pierre André Podbielski è un compagno di viaggio: per corridoi di musei, per sale illuminate dove l’opera d’arte assiste, più che mostrarsi ai visitatori. Assiste a quel pubblico dell’arte che mi ha tenuto compagnia per cinque anni, e che ritrovo con le sue modalità nelle fotografie di Pierre André. Ma il suo tempo fotografico, la sua sorpresa estetica dentro gli spazi espositivi ha una cosa che io non possiedo, e che è dei fotografi veri, che è di uomini come Elliott Erwitt. Pierre André Podbielski è un fotografo ironico, divertito, sospeso, distaccato ma con simpatia. Nelle sue fotografie il sorriso lega tutto, tiene assieme le immagini, le racconta ancora meglio.
L’ironia fotografica è una dote invidiabile, perché la fotografia, di per sé, è sempre in bilico, è sempre seria; la serietà di ogni realtà che viviamo, ed è sempre: retorica. È il suo fermare il tempo a renderla solenne, è il suo mettere al centro del nostro sguardo quell’attimo dello scatto a fare della fotografia un momento retorico nel senso buono del termine.
English
Pierre André Podbielski is a companion on this journey: travelling through museum corridors and across illuminated rooms where artworks are watching visitors, rather than being watched by them. They have watched the audience of art lovers that has kept me company for five years, an audience that I see again, with all its peculiarities, in Pierre André’s photographs. However his photographic time, his aesthetic surprise inside the exhibition space has one thing that I do not. This is something that belongs
to real photographers, to men like Elliott Erwitt. Pierre André is an ironic, amused, suspended and detached, but sympathetic photographer. In his photographs, it is the smile that binds everything, holding the images together, telling their stories even better.
Photographic irony is an enviable gift, because photography is by its nature always balanced in a state of tension: it is always serious; the seriousness of the realities we experience, and it is always rhetorical. It is the way photography can stop time that makes it so solemn, its way of placing the moment the shot was aken at the centr