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Nel 1667 una ragazzina di 12 anni, Gertrud Svensdotter, fu accusata di camminare sull’acqua ad Älvdalen, in Svezia. Questo evento segnò l’inizio della caccia alle streghe svedese, un periodo di isteria e orrore di massa ad Älvdalen e nelle regioni limitrofe. Il libro “Gertrud” dell’artista Maja Daniels utilizza la fotografia per riconfigurare la storia e il mito di questi eventi, accendendo un dialogo contemporaneo attorno a Gertrud. Maja Daniels, che ha legami familiari con la città di Älvdalen, è cresciuta ascoltando sua nonna parlare delle storie che circondano Gertrud Svensdotter. I conseguenti processi alle streghe, ora conosciuti come “Det stora oväsendet” (il grande clamore), causarono la morte di oltre 300 persone in 8 anni. Secoli dopo, questi eventi, quasi incomprensibili per la sensibilità moderna, sono ancora visti come uno dei periodi più macabri e oscuri della storia della Svezia.