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La città visibile

Autore/Author: Giuliana Mariniello
Editore/Editor: Gente di Fotografia
Dimensioni/Dimensions: 25 × 30 cm
Pagine/Pages: 100
Lingua/Language: Italiano / Inglese
Anno/Year: 2023

30,00 

Italiano

La città che Giuliana Mariniello sceglie di raffigurare è quella che mostrano gli occhi: caratterizzata da impalcature rivestite di teloni decorati con immagini pubblicitarie o da riproduzioni della struttura architettonica occultata; è lo spazio punteggiato da tabelloni per affissioni collocati sullo sfondo degli edifici; sono automezzi pubblici travestiti con decalcomanie. La sua trascrizione fotografica di questo ambiente, che quasi sempre percepiamo inconsciamente e senza impegnarci a guardare per capire, è riletto mediante un’inquadratura selettiva e con l’uso sapiente dell’à plat di tradizione matissiana, in modo da trasformare radicalmente i rapporti prossemici fra le cose rappresentate e suscitare nuovi significati, frequentemente carichi d’ironia.[…]

Se sul piano meramente figurativo le fotografie trovano il loro modello nel filone surrealista, non si tratta di mera somiglianza formale, come accade in molte immagini contemporanee. C’è in esse, oltre la forma, il pensiero surrealista, quello sottile ed evocativo che Rosalind Krauss aveva intuito in alcune immagini di Brassaï e che trovo presente anche in molte fotografie di Cartier-Bresson.

Insomma, per appartenere all’ambito surrealista non basta imitare una certa scrittura formale ma occorre avere la capacità di cogliere una situazione che travalica l’accadere comune. Per capirci: è “surrealista” il balzo dell’uomo che cerca di saltare la pozzanghera in una celebre fotografia di Cartier-Bresson, mentre la forma figurativa rientra nel pieno ambito realista. Anche René Magritte, con il suo accostamento di immagini realistiche in contesti estranianti può servire per comprendere il linguaggio di Giuliana che, appunto, non deforma mai la realtà, ma la restituisce come gli occhi ce la trasmettono e anche quando le forme appaiono contorte “alla Dalì”, non è per opera di una rielaborazione con Photoshop ma per la specularità ondulata della superficie riflettente.

Il progetto della ricerca ruota intorno al concetto di “ironia” o di “motto di spirito” che, come ha messo in luce Sigmund Freud, scaturiscono quasi sempre da impulsi inconsci e da essi derivano anche le fotografie di Giuliana Mariniello, poiché la capacità di isolare nell’insieme delle informazioni visive il singolare rapporto che si instaura fra un cartellone pubblicitario di jeans e tre figure dipinte su un telo che ricopre la facciata di un palazzo collocato più lontano, è sintomo di una particolare capacità di mettere in relazione le cose propria della tradizione surrealista novecentesca, erede e ideale continuatrice del Concettismo barocco.

Autore

English

The city that Giuliana Mariniello chooses to depict, in fact, is the one that the eyes perceive: characterized by scaffolding covered with tarpaulins decorated with advertising images or by reproductions of the hidden architectural structure; it is the space punctuated by billboards placed against the background of the buildings; it is public vehicles disguised with decals. Her photographic transcription of this environment, which we almost always perceive unconsciously and without committing ourselves to look in order to understand, is reinterpreted through a selective framing and with the judicious use of the Matisse tradition of  à plat, so as to radically transform the proxemic relationships between the things represented and to arouse new meanings, frequently full of irony.

 

If, on a purely figurative level the photographs find their model in the surrealist vein, it is not a mere formal resemblance, as happens in many contemporary images. Beyond the form, they also include surrealist thought, the subtle and evocative thinking that Rosalind Krauss intuited in some of Brassaï’s images and that I also can see in many photographs by Cartier-Bresson. In short, to belong to the surrealist sphere, it is not enough to imitate a certain formal style but it is necessary to have the ability to grasp a situation that goes beyond the common occurrence. To understand this: the leap of the man who tries to jump the puddle in a famous photograph by Cartier-Bresson is “surrealist”, while the figurative form falls within the full realist sphere. Even René Magritte, with his juxtaposition of realistic images in alienating contexts, can help to understand the language of Giuliana who, in fact, never deforms reality, but shows it as the eyes transmit it to us and even when the forms appear contorted “a la Dalì”, is not due to a reworking with Photoshop but due to the wavy specularity of the reflecting surface. The research project revolves around the concept of “irony” or “mot of wit” which, as Sigmund Freud highlighted, almost always arises from unconscious impulses and Giuliana Mariniello’s photographs also derive from them, since the ability to isolate the singular relationship that is established between a billboard advertising jeans and three figures painted on a sheet that covers the facade of a building located further away from the set of visual information is a symptom of a particular ability to relate things typical of the twentieth-century surrealist tradition, heir and ideal continuer of the Baroque “Concettismo”.

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