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Quando la rivista Life ha chiesto a Gordon Parks per illustrare una serie di articoli sulla criminalità negli Stati Uniti nel 1957, il lavoro era già stato seguito personalmente dal fotografo per quasi un decennio, il primo afroamericano a ricoprire questa posizione. Parks ha intrapreso un viaggio di sei settimane che ha portato lui e un giornalista per le strade di New York, Chicago, San Francisco e Los Angeles. A differenza di gran parte del suo lavoro precedente, le immagini realizzate erano a colori. Il conseguente saggio fotografico di otto pagine “The Atmosphere of Crime” è stato degno di nota non solo per la sua audace raffinatezza estetica, ma anche per il modo in cui ha sfidato gli stereotipi sulla criminalità allora pervasivi nei media mainstream. Hanno fornito una rappresentazione cinematografica ricca di colori di un mondo in gran parte nascosto: quello della violenza, del lavoro di polizia e dell’incarcerazione, visti con empatia e franchezza.
Parks ha respinto i cliché di delinquenza, uso di droga e corruzione, optando per una visione più sfumata che riflettesse i fattori sociali ed economici legati al comportamento criminale e una rara finestra sulla vita lavorativa di coloro che sono incaricati di prevenirlo e perseguirlo. Trascendendo il romanticismo del film di gangster, la suspense del crimine e le rappresentazioni razziali della criminalità allora prevalenti nella cultura popolare americana, Parks ha persuaso la sua macchina da presa a fare ciò che sa fare meglio: registrare la realtà in modo così vivido e avvincente da consentire a Life’s lettori di vedere la complessità di queste situazioni cronicamente semplificate. L’atmosfera del crimine, 1957include un’ampia selezione di fotografie inedite dal reportage originale di Parks.